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Frittata di maccheroni ovunque, sempre e comunque. Versione estiva con zucchine e basilico

Piatto tipico della cucina napoletana, vero e proprio must dei cibi home made da asporto e trasporto, la frittata di maccheroni si invita ovunque, soprattutto sotto l’ombrellone d’estate, anche sulle spiagge procidane. Ogg c purtamm na bella pizz r maccarun* è l’esclamazione di chi prevede una giornata di mare non stop o di chi deve intraprendere un lungo viaggio in treno o in aereo.

A pizz ‘e maccarun nasce come piatto antispreco, si prepara con la pasta avanzata del giorno prima – penne, pennette, ziti, rigatoni o spaghetti, rossi di sugo o in bianco. La saporitissima e profumata versione proposta qui di seguito la fa spesso mia madre d’estate, con le zucchine, i ciuridd e il basilico.

Ma torniamo alla bella stagione, all’ombrellone, alle baie e baiette dove si diffonde l’odore di pizz r maccarun…. Chi non si ricorda della Patrizia di Tony Tammaro, “una tipa splentita in mezzo agli ombrelloni” che stringeva nella mano la sua frittata di maccheroni? Sulle note di “oh oh oh oh Patrizia”, dalla baia Domizia dove si poteva ammirare la giovane musa ispiratrice e buona forchetta, veniamo catapultati di fronte alla cappella, alle Centane, a Procida, alla fine degli anni ‘80 tiemp bell e na vot, nel locale chiamato prima Conca verde, poi Belamì.

‘Patrizia’, tormentone di Tony Tammaro, pubblicato nell’album ‘Prima cassetta di musica tamarra’ nel 1989

Il cantante comico veniva a concertare lì, spesso e volentieri. Un suo spettacolo, ricordo, chiudeva una serata di Vota La Voce, appuntamento fisso delle estati isolane anni ‘80 e 90’. E come a Sanremo c’erano personaggi fissi tipo Toto Cutugno, Ricchi e Poveri, Al Bano e Romina Paula (comm a chiammav zia Marì), anche il festival canoro procidano aveva i suoi habitué (ne cito solo alcuni). La mia famiglia e io andavamo ‘ncopp a Conca Verde soprattutto a sentì a zia Titti e tifare per lei. Da Napoli con furore, il suo canto bello e potente conquistava sempre la giuria: zia Titti si piazzava sul podio praticamente ogni anno. ‘Non voglio mica la luna’ di Fiordaliso fu la canzone che maggiormente mise in risalto le sue doti canore in una delle edizioni di Vota La voce.

‘Non voglio mica la luna’ successo di Fiordaliso presentato al Festival di Sanremo del 1984.

“Ma cu sti mode, oje Bríggeta, tazza ‘e café parite” intonava l’indimenticabile Mimì il vigile, altro partecipante assiduo e membro costante della terna vincente dell’attesissimo evento estivo della Conca Verde. Impossibile non pensare a lui a ogni nota del successo dedicato alla bevanda calda napoletana per eccellenza.

‘A tazz ‘e cafè’ è una canzone napoletana del 1918, scritta da Giuseppe Capaldo e musicata da Vittorio Fassone. Si tratta di una canzone autobiografica, che narra l’attrazione che Capaldo, cameriere al caffè Portoricco di Via Guglielmo Sanfelice, provava per la cassiera Brigida, avvenente ma assai scontrosa con tutti. Questo classico fu interpretato da vari esponenti del panorama musicale napoletano e non solo (Roberto Murolo, Claudio Villa, Renzo Arbore e l’orchestra italiana). La versione riproposta qui è di Massimo Ranieri, voce che mi fa ricordare le interpretazioni di Mimì il vigile.

Dulcis in fundo, tra i più tenaci, anche se non veniva mai premiato dalla classifica, un intramontabile Cicciotto proponeva sempre il solito cavallo di battaglia, che a ogni edizione invecchiava come il suo padrone. Ma per lui partiva la musica e tutto rimaneva “Comm a primma sera”**. “Maaaccarun e carn”*** rispondeva Cicciotto a chi durante una chiacchierata tra i tavolini del bar Olmo gli chiedeva cosa avesse mangiato a pranzo: una costante delle cucinazioni di famiglia, a testimoniare quanto l’uomo fosse affezionato ai rassicuranti sentieri battuti, sia in musica che ‘ncopp o magnà: p’ Cicciott, i maccarun e carn ern ‘Pe’ semp’.

‘Pe sempe’ è una canzone in stile neomelodico del 1978, interpretata da Mauro Caputo

Più di una volta, la frittata di maccheroni stretta nella mano di Patrizia e portata di bocca in bocca da Tony Tammaro e il pubblico in coro, chiuse la competizione canora delle Centane, rallegrando le estati sotto il cielo stellato di Procida.  

Ferragosto si avvicina, appreparet na bella pizz r maccarun e purtetavell sott on mbrllon ‘nterr a ren, ‘ncopp e schuogghie o ‘ncopp o vuzzariedd****. Per accompagnare il tutto, imbracciate una chitarra e facit partì “oh, oh, oh, oh…” 

Ingredienti per 6 persone

  • 3 uova
  • 500 g di spaghetti o spaghettini
  • 2 zucchine medie (eventualmente anche qualche fiore)
  • 4 cucchiai di parmigiano grattugiato
  • Un bel ciuffetto di basilico
  • 100 grammi di salame napoletano tagliato a dadini
  • Una o due fettine di provola o scamorza tagliate a dadini
  • Una spolverata di pepe
  • Olio di semi per friggere le zucchine (4 cucchiai)
  • Olio EVO (il fondo della padella dove si cuocerà la frittata)

Procedimento

Tagliare le zucchine a rondelle e friggerle nell’olio di semi di girasole facendole rosolare su ambo i lati. Cuocere la pasta e scolarla al dente.

pasta e zucchine per la frittata ammacucena
Composto per preparare la frittata, con zucchine in evidenza – Foto by @cucenellista

Mentre si cuoce la pasta, sbattere le uova in un’insalatiera. Aspettare che la pasta diventi tiepida, quindi, aggiungerla alle uova sbattute. Aggiungere poi il parmigiano grattugiato, le zucchine, il basilico, il salame e amalgamare il tutto.

Altro ingrediente in evidenza nel composto per la frittata, il salame napoletano – Foto by @cucenellista

Prendere una bella padella capiente, coprire il fondo di olio EVO e distribuirvi il composto di pasta in modo uniforme. Mettere la padella sui fornelli a fuoco moderato e aspettare che la frittata si dori sul primo lato (ci vorranno 5-6 minuti a lato).

La frittata dopo essere stata dorata su un lato – Foto by @cucenellista

Prendere il coperchio di una pentola (o un piatto) che arrivi a ricoprire completamente la padella e girare la frittata con un movimento deciso. Procedere alla cottura sul secondo lato, aspettando che gli spaghetti diventino croccanti e dorati come sul primo lato. Riporre di nuovo la frittata sul coperchio e adagiarla su un piatto su cui saranno stati disposti dei pezzi di carta assorbente.

Una volta che l’olio si è asciugato, la frittata è pronta per essere servita.

fetta di pizza di maccheroni ammacucena
Un pezzo di frittata pronta nel piatto – Foto by @cucenellista

Ogg c purtamm na bella pizz r maccarun*: Oggi ci portiamo una bella frittata di maccheroni.

Comm a primma sera”**: è l’incipit della canzone ‘Pe semp’

Maaaccarun e carn”***: Pasta con la carne

appreparet na bella pizz r maccarun e purtetavell sott on mbrllon ‘nterr a ren, ‘ncopp e schuogghie o ‘ncopp o vuzzariedd****: preparate una bella frittata di spaghetti e portatela sotto l’ombrellone, sulla spiaggia, sugli scogli o sul gozzetto.

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