coniglio alla cacciatora

Coniglio alla cacciatora

In un’afosa mattina di luglio di un anno fa, mentre ero dedita a una giornata di teleworking nel cortile di casa dei miei, arrivò mio padre, trafelato e soprattutto preoccupato ad annunciare con solennità e una certa drammaticità a mia madre “Letì, se n’è fijut u mescul”. “U maronn, e mo’ l’amma acchiappà” la risposta risoluta di lei.

In qualche attimo di distrazione alimentata più che altro dalla concentrazione sulle faccende da sbrigare al computer mi chiedevo “Ma che è ‘stu mescul?” “Chi sarà mai costui?” “Chi è chist ca se ne fuje”. A un tratto, l’epifania. Illuminazione: i ricordi di una lingua che ascoltavo da bambina mi aiutarono a schiarire le ombre sul “mesculo”….

se n'è fijut u mescul

“Mesculo” è come viene definito in procidano stretto il coniglio maschio. Per  designare la femmina, viene semplicemente usato il termine vunegghia (il femminile di vunigghio, con cui si definisce l’animale senza distinzione di genere). Il coniglio maschio – u Mescul, per l’appunto – viene invece investito del peso della responsabilità della stirpe. È lui il fecondador. È lui il Casanova, il Don Juan della situazione. Sarà lui “u pat r’e criature”. Un solo mesculo che ha a disposizione un harem di vunegghie. Eh no, u mescul nun se ne po’ fujì. Non può eludere le sue responsabilità di fecondador. La qualità dell’intero allevamento potrebbe risentirne. Qundi, tutti a escogitare stratagemmi per riacciuffare quel birbante del mesculo. Una delle più efficaci, pare, è quella di mettere una vunegghia in una rete o in un secchio come esca, in modo da attirare il mesculo verso quel luogo.

se n'è fijut u mescul 2Lo avrete capito, il mesculo riveste un’importanza primordiale nella preparazione della prossima ricetta: il coniglio alla cacciatora.
Un mesculo poco incline alla fuga e ligio al suo dovere di fecondador potrà garantire un allevamento sempre (o quasi) pronto a mettere a disposizione conigli di peso ideale per le preparazioni culinarie. Il peso ideale del coniglio alla cacciatora è di 1kg e 800 g.  

Il coniglio alla cacciatora era (e per molti versi lo è ancora) la pietanza delle grandi occasioni sui banchetti procidani. Ricordo che mia nonna paterna ammazzava e cucinava un coniglio ogni volta che mio padre stava per sbarcare. Ricordo sempre donne addette ad ammazzare il coniglio. Le mie nonne, la mia biszia, poi mia madre. Mi sa che questo passaggio di testimone finisce nelle mani di mia madre, visto che non penso di essere capace di perpetuare questo rito sacrificale.

Ingredienti per 6 persone

  • Un coniglio di 1,8 kg
  • Olio EVO (5 o 6 cucchiai)
  • 2-3 spicchi d’aglio
  • 5-6 pomodori pelati
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • 1/4 di acqua
  • Sale qb
  • Un peperoncino se gradito
  • Una manciata di prezzemolo

Procedimento

Ecco il procedimento spiegato nei dettagli da mia madre:

“Prendere un coniglio di 1 kg e800. Tagliarlo a pezzi, lavarlo e asciugarlo, io lo lascio un quarto d’ora in acqua e aceto per togliere un po’ l’odore di selvatico, poi lo risciaquo e asciugo per bene. Prendere una padella bella capiente e rosolarlo.

Toglierlo dalla padella e preparare un sughetto con pomodoro (5 o 6 pomodori pelati), con 4 cucchiai di olio evo, 3 spicchi d’aglio in camicia.
Mettere il coniglio nel sughetto e girarlo per farlo amalgamare col pomodoro. Aggiungere poi un bicchiere di vino bianco, lasciarlo sfumare, aggiungere un quarto di acqua e mettere il sale. Cuocerlo per almeno mezz’ora e alla fine aggiungere una manciata di prezzemolo. Gli amanti del peperoncino, possono aggiungerlo insieme all” aglio.

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